Mi sembra molto interessante la prima parte, quando parla del libro puzzle nella testa degli edito…
Dalia Oggero lavora per Einaudi dal 1991 e attualmente è una degli editor di narrativa italiana della casa editrice torinese.
Prima che Mauro Bersani ti invitasse a diventare editor, eri già da tempo lettrice per Einaudi. Come lo sei diventata? E oggi, come vengono reclutati i nuovi consulenti?
Ho cominciato a leggere manoscritti per l’Einaudi all’ultimo anno di università (frequentavo Lettere, a Torino): lo facevo con entusiasmo, era un modo per toccare il mondo e anche per guadagnare due lire. Era stata un’amica a fare il mio nome a Mauro Bersani, allora responsabile della narrativa italiana.
Un apprendistato eccentrico, quello del lettore: leggi molti libri brutti e alcuni bellissimi, ma soprattutto ne leggi tanti, veramente tanti, e così le trame si confondono, i personaggi si sovrappongono, le scritture si parlano a distanza, certe frasi ti s’incidono nella memoria per sempre e altre si volatilizzano dopo un secondo. E alla fine…
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