Medea: un mito, molte interpretazioni. La storia.

Medea Maria Callas

La vicenda di Medea e Giasone viene da molti letta come una metafora dell’incontro/scontro tra due mondi: un mondo arcaico primitivo, per ciò stesso legato alla natura, semplice, e il mondo più razionale, che inizia a poggiarsi su leggi condivise e per questo predispone lo sviluppo della doppiezza e del sotterfugio secondo la nota massima: fatta la legge trovato l’inganno.

Pasolini, in un’intervista, nel rapporto tra Medea e Giasone vede il contrasto tra proletariato e borghesia. Christa Wolf dà una lettura femminista, che a me piace molto: l’arrivo di Medea a Corinto rappresenta il momento del passaggio dalla cultura matriarcale a quella patriarcale, con l’elisione del ruolo della donna dal consesso sociale e la sua segregazione.

Mi piacciono queste interpretazioni mi sembrano convincenti come spiegazioni della natura della nostra civiltà. Ma.

Medea è anche una storia, non solo un mito.

La storia di una donna che arriva da un luogo molto lontano, barbaro, lei stessa maga; da est, non a caso. E prova sentimenti molto potenti, principalmente amore ed odio, proprio perché è una donna primitiva. Emozioni non normali ma a potenza mille.

E’ un personaggio inquietante, non c’è dubbio: uccide il fratello e ne fa a pezzi il corpo, invia una veste avvelenata alla promessa sposa di Giasone e con quella l’ uccide e poi, in ultimo, l’azione per cui è giustamente famigerata: l’uccisione dei figli.

Ecco che, però, sento che devo darle delle attenuanti, o almeno trovare delle spiegazioni altrimenti non capisco niente e mi sembra solo una barbara in preda alla follia che ha un unico scopo: quello di vendicarsi di un tradimento.

Euripide da la possibilità, è nei versi, di capire anche qualcosa di diverso.

L’ ho capito seguendo la lectio magistralis della prof.ssa Eva Cantarella, Medea Migrante. Per chè interessato: https://www.youtube.com/?gl=IT&hl=it.

Ci sono molti temi importanti nell’interpretazione della professoressa Cantarella, sopratutto connessi all’esperienza dell’essere diversa, straniera ma a me interessa principalmente questo che ora cercherò di spiegare.

Quando Medea fugge dalla sua città natale, Iolco, e durante la fuga uccide il fratello addirittura, compie un gesto senza possibilità di redenzione e ritorno. Sa che mai potrà tornare indietro alla casa del padre (come era usanza ad esempio per le donne ripudiate) e si consegna completamente a Giasone. Ora ha solo lui. Ma Giasone, dopo averle fatto due figli maschi, la tradisce e vuole sposare una più giovane e figlia di re – a lui il regno l’aveva fregato lo zio, deve rifarsi, costi quello che costi.

Medea non può accettarlo e non certo a causa di un banale tradimento, non è certo questo il punto. Non può accettarlo perché lei, senza Giasone, bandita da Corinto, non sa più dove andare: non c’è letteralmente un luogo sulla terra che posa accogliere lei e i suoi figli.

Ho letto che le donne che uccidono i figli lo fanno perché sono convinte, erroneamente certo ma fermamente, che non ci sia la possibilità di alcun bene per loro su questa terra e che, quindi, i bambini staranno meglio di là, nell’altra vita.

Credo che Medea abbia fatto un ragionamento simile. La vendetta per il tradimento di un uomo c’entra poco, credo. E’ lo smarrimento profondo di fronte alla domanda che la donna tradita si fa: e ora dove andremo? Chi darà da mangiare ai miei figli?

Poichè a me interessa capire come le donne esercitano il loro potere all’interno della società mi sono chiesta che cosa mi dice questo mito.

Parto da questa considerazione: Medea in patria era figlia del re e sacerdotessa, una privilegiata rispetto all’esercizio del potere. Quando si innamora di Giasone e fugge tagliandosi dietro i ponti è consapevole che da ora in poi il suo potere dipenderà da quell’uomo che la terrà legata finché vorrà. E infatti a un certo punto non vuole più e lascia cadere il filo, rendendo con questo Medea completamente impotente. L’unico potere che le rimane quindi quello sul nudo corpo, si legga Agamben: il suo e dei figli. Lo usa.